MANCONE ED IL FUTURO: “CREDO SIA GIUNTO IL MOMENTO DI METTERSI IN GIOCO ALTROVE”

MANCONE ED IL FUTURO: “CREDO SIA GIUNTO IL MOMENTO DI METTERSI IN GIOCO ALTROVE”

Se siete alla ricerca di una squadra che attraversi un momento di condizione importante nel Girone B di Eccellenza, fermatevi al Lino Battista e chiedete del Roccasecca.

Il Roccasecca viene da tre successi consecutivi e nelle ultime sette uscite ha avuto un rendimento pressoché pari a quello delle grandi protagoniste del torneo.

L’ultima volta che avevamo scambiato quattro chiacchiere con Davide Mancone, avevamo trovato un tecnico non completamente soddisfatto di quanto stava ricevendo da una squadra, colpevole di non aver ancora compiuto quel salto di qualità a livello mentale che ti fa vincere le partite anche attraverso il temperamento.

Adesso la musica è cambiata ed i successi in serie su Ceccano, Gaeta e Formia hanno riportato l’undici ciociaro in quella porzione di classifica che gli veniva accreditata ad inizio torneo.

 

Mancone, cosa è cambiato nell’ultimo mese?

“Era necessario un confronto con la squadra, serviva maggior condivisione degli obiettivi.

Quel confronto c’è stato ed ora arrivano anche i risultati.

Merito è dei ragazzi che stanno riuscendo a raschiare il fondo del barile, come si dice in gergo.

Non giocavamo male nel girone d’andata, ma non facevamo uscire certe qualità.

Io preferisco una squadra di carattere ad una bella, ma priva di mordente.

Mi costa dirlo, ma bisogna prendere ad esempio la Juventus, una squadra forte, ma anche camaleontica ed in grado di soffrire quando è il caso”.

Ora siete settimi ed avete un margine rassicurante sulla zona play-out.

“Non dobbiamo disunirci, ma arrivare prima possibile alla soglia di sicurezza che per me è a quota 41.

Quando saremo lì, potremo porci obiettivi differenti, quali il record di punti (43, ndr) o la miglior posizione del Roccasecca nel campionato di Eccellenza.

Ora sembra che sia tutto facile, ma vi assicuro che non è così”.

Arrivare in condizioni di grande serenità mentale potrebbe farvi giocare in maniera leggermente diversa domenica prossima nella tana della prima della classe?

“Faccio una premessa: credo che siamo state tra le pochissime squadre a metterli in difficoltà e penso che all’andata avremmo meritato il pareggio..

Detto questo, aggiungo che la Lupa Castelli Romani non rappresenta un avversario da affrontare con la tensione bassa, perchè rischieremmo di andare incontro ad una figuraccia.

Visto che è nel nostro dna cercare di fare la partita, prepariamoci a mettere l’elmetto.

Quelli sono marziani rispetto a noi, magari fare mezzo punto (sorride)…”.

Sarà anche l’occasione per rivedere il suo vecchio compagno di squadra Gagliarducci.

“Ci siamo incontrati anche di recente ad un corso di aggiornamento.

Ho un ottimo rapporto sia con lui che con suo cugino Mario che ricopre il ruolo di dirigente al Semprevisa”.

Notoriamente Gagliarducci è stato un grandissimo difensore centrale.

La sta meravigliando il suo impatto da allenatore?

“Non mi stupisce quasi per nulla, anzi credo sia del tutto meritato.

Cristiano è un personaggio sui generis, sempre disponibile a trasmetterti qualcosa, a modo suo ma in una maniera che poi non dimenticherai mai”.

Sia sincero, prova un pizzico di invidia per la squadra che gli è stata messa a disposizione?

“No, io credo che nella vita ci siano sempre degli step.

I miei genitori mi hanno trasmesso un’educazione e dei valori ben precisi e tra questi il fatto che ciascuno di noi parte da un determinato valore nella vita e poi cerca di alzare il livello.

Cristiano al pedigree importante di un giocatore che ha assaporato il professionismo ha aggiunto la possibilità di iniziare facendo da secondo a Pochesci.

Per me questa opportunità se l’è guadagnata tutta.

E poi chi lo dice che gente come Pippi o Fanasca nei miei confronti avrebbero avuto lo stesso rispetto che hanno per lui?

Io aspetto serenamente la mia occasione…”.

Dato per assodato che il campionato lo vincerà la Lupa Castelli Romani, secondo lei chi si piazzerà alle spalle di Mancini e compagni?

“Siamo entrati nella fase decisiva del campionato ed ora, al di là del discorso motivazionale, vengono fuori il grado di preparazione atletica e la freschezza dei giocatori.

Avendo affrontato sia Colleferro che Albalonga, posso dire che i rossoneri sono più pronti a livello di organico per affrontare un eventuale play-off, ma deve trovare i giusti equilibri per sostenere quei tre davanti.

Oltretutto per la struttura che ha, i primi caldi potrebbero rappresentare un’insidia per il Colleferro.

L’Albalonga probabilmente non ha gli stessi valori complessivi del Colleferro, ma mi è sembrata una formazione più fresca e dinamica sotto il profilo atletico.

In linea di massima vedo favorito il Colleferro, ma dovrà prestare grande attenzione all’equilibrio di squadra”.

Lei è ormai da molti anni al Roccasecca.

In questo club ha chiuso la sua carriera da calciatore e con questi colori ha vissuto il dolore di una retrocessione, ma anche l’ebbrezza di due promozioni in Eccellenza.

Cosa farà a fine stagione Davide Mancone?

“Penso sia arrivato il momento di mettersi in gioco anche altrove.

Nella mia testa c’è questa valutazione e non arriva perchè la società mi faccia mancare qualcosa.

I due presidenti ed il direttore generale Marciano mi stanno mettendo nelle condizioni di dire solo grazie, però vedo intorno anche un ambiente con cui ci si sopporta.

Anche nelle ultime settimane il quadro non è migliorato: per alcuni sono il Ferguson di Roccasecca, per altri rappresento un peso.

Ora l’obiettivo personale che mi sono posto è quello di portare Roccasecca a diventare la quarta forza del campionato dopo Frosinone, Isola Liri e Sora, poi si vedrà…”.

Se dovesse decidersi di separarsi dal club a fine campionato, preferirebbe ricevere una chiamata da un club della stessa categoria che nutra l’ambizione di vincere o magari entrare nello staff di un altro tecnico in una categoria superiore?

“In questo momento esistono all’orizzonte alcune opportunità, non lo nego.

Io devo recuperare il terreno perso durante la mia carriera da giocatore per provare un domani a svolgere questa professione in altre categorie.

La mia preferenza sarebbe quella di fare da secondo ad un allenatore vero nel professionismo, ma non mi dispiacerebbe neppure allenare in un settore giovanile a livello pro.

Chiaro che, se dovessi ricevere la chiamata di un club di Eccellenza, la valuterei certamente con attenzione.

Cercherei comunque un ambiente sereno e dove il lavoro venga valutato nella sua interezza, perchè a me piace programmare tutti gli aspetti e dire la mia anche sul settore giovanile, nel caso”.