Monte San Biagio, il cigno Compagnone spiega le ali verso Sora: “Sono fortissimi, ma nel calcio non si sa mai…”

Monte San Biagio, il cigno Compagnone spiega le ali verso Sora: “Sono fortissimi, ma nel calcio non si sa mai…”

Pur essendo una matricola, il Monte San Biagio ha approcciato con grande personalità un torneo irto di difficoltà come il Girone B di Eccellenza.

Nelle prime nove giornate di campionato i biancoverdi di mister Francesco Del Prete hanno incassato dodici punti, togliendosi anche la soddisfazione di battere alcuni grossi calibri come Gaeta e Certosa e di fermarne sul pari altri come Città di Anagni, Pro Calcio Tor Sapienza e Colleferro.

Al netto della sconfitta casalinga nell’ultimo turno contro la Luiss, motivi di soddisfazione in casa biancoverde ce ne sono eccome e tra questi spicca senza dubbio alcuno la figura di Vincenzo Compagnone.

Pur saltando un paio un paio di gare per squalifica l’attaccante ceccanese ha già messo a referto sette reti, installandosi in cima alla classifica dei bomber ed evidenziando come il suo processo di maturazione sia ormai completo.

Ora però c’è da pensare alla delicatissima sfida sul campo del Sora.

La capolista viene da otto successi consecutivi ed arginare l’entusiasmo di una piazza che vuole tornare a respirare l’aria delle categorie che contano sarà tutt’altro che semplice per i sudpontini, che però muoveranno alla volta del Tomei sospinti dall’amore della loro gente che si sta godendo appieno il suo primo anno nell’elite del dilettantismo nostrano.

 

Vincenzo, sette reti in altrettante partite.

Ormai non possiamo più considerarti un semplice prospetto, ma un attaccante top del torneo.

Sei diventato un cigno.

“A me fa solo piacere ricevere attestati di stima da parte degli addetti ai lavori, perché significa che sto facendo bene e sto aiutando la squadra.

Voglio continuare così e fare del mio meglio per raggiungere insieme il nostro obiettivo, che è la salvezza”.

Sotto quali aspetti ti senti più cresciuto rispetto ai tempi di Colleferro?

“Sicuramente sotto il profilo mentale.

Mi sento più maturo di prima e riesco a gestire meglio le pressioni, anche se non posso nascondere di avere un temperamento piuttosto focoso.

Prima però se il mister mi diceva: “Vincenzo, fai attenzione, perché domenica prossima ti marca un difensore forte”, io andavo in fibrillazione ed ero preoccupato fino al giorno del match.

Ora sento di aver raggiunto una maggiore consapevolezza dei miei mezzi”.

Se dovessi descriverlo a chi non lo conosce, come definiresti l’ambiente di Monte San Biagio?

“Monte San Biagio è un paese piccolo, dove tutti si conoscono.

L’ambiente è tranquillo ed i tifosi ci seguono con tanto affetto.

È bello vedere la gente così fiera di partecipare ad un campionato importante come quello di Eccellenza ed è emozionante vedere sempre il pienone al campo, quando giochiamo in casa.

Alcuni di loro si sobbarcano anche le lunghe trasferte a cui siamo chiamati per testimoniarci la loro presenza.

Non ci mettono pressione, ci chiedono solo di impegnarci e di sudare la maglia, come è giusto che sia.

Qui mi trovo molto bene, mister Del Prete è un allenatore bravo e preparato”.

Rispetto al Girone B si dicono tante cose.

Secondo te, qual è l’aspetto più insidioso di questo torneo?

“In questo torneo militano tante ottime squadre e molte di queste hanno una storia importante alle loro spalle.

La cosa fondamentale è cercare di subire meno possibile il loro blasone e non farti intimidire, perché un conto è il passato ed un altro è il presente.

Alla fine il giudice supremo resta sempre e solo il campo”.

A tal proposito, domenica arriva una sfida che fa tremare i polsi.

Come si ferma una squadra come il Sora?

“Non posso far altro che riallacciarmi al discorso precedente.

Sappiamo perfettamente che loro hanno in squadra giocatori importanti e che vantano trascorsi nelle categorie superiori, ma noi dobbiamo giocare come sappiamo, mettendo in campo intensità ed allo stesso tempo spensieratezza.

Giocheremo in un contesto prestigioso e dovremo essere bravi a non lasciarci condizionare, altrimenti la partita sarà finita ancor prima di essere cominciata.

Attenzione: nutriamo un rispetto assoluto nei confronti del Sora, ma nel calcio non si sa mai…

Lo scorso anno, quando giocavo nel Ferentino, mi tolsi la soddisfazione di vincere lì e fu una grandissima emozione, perché appena entri al Tomei respiri calcio a pieni polmoni”.

Qual è il tuo obiettivo di qui a fine stagione?

“Il mio obiettivo personale coincide con quello di squadra: dobbiamo cercare di raggiungere la salvezza prima possibile, correggendo alcuni aspetti in cui possiamo migliorare.

Poi è chiaro che io spero di realizzare più gol possibili”.

Quali?

“Nei primi mesi di campionato abbiamo sempre dimostrato di avere la capacità di reagire dopo lo svantaggio, mentre domenica scorsa con la Luiss le parti si sono rovesciate e siamo stati noi a subire la rimonta dei nostri avversari.

Dobbiamo migliorare questo aspetto: non sempre è necessario prendere uno schiaffo per svegliarsi e cominciare a giocare (sorride)…”.