A cura di E. A. Graziano
Punizione.
Croce e delizia.
Croce per i bambini come nello sport, per chi la subisce.
Delizia per chi la ottiene e sportivamente, la capitalizza.
Ed oggi la croce è ai danni del Fregene beffato al 90’ da una deliziosa perla di Andrea Luciani, attualmente in forze alla Nuova Sorianese ed ex del Fregene, che vale i tre punti per la formazione di casa.
“Dal vantaggio di 1-0, siamo passati a subire l’1-2 del Fregene – ci spiega proprio il centrocampista della Nuova Sorianese, Andrea Luciani raggiunto a fine gara – L’ultima mezzora è stata però decisiva: prima abbiamo agganciato il pareggio e poi in pratica allo scadere del tempo regolamentare, abbiamo portato a casa la vittoria grazie alla punizione che ho battuto”.
In pratica una velenosa alla Pirlo che anche per minutaggio, richiama le recenti imprese del regista di centrocampo bianconero…
“Beh, il paragone mi lusinga.
Diciamo che a me è andata bene: ho visto il portiere fare il passo sul palo contrario ed io l’ho insaccata proprio sotto il sette.
E’ stata una bella sensazione oltre che emozione.
Essere determinanti è sempre una soddisfazione”.
Andrea hai esultato sebbene fosse il “goal dell’ex”?
“Sì.
L’esultanza è il giusto riconoscimento per i nuovi compagni e tifosi.
Non è un segnale di mancanza di riconoscenza nei confronti della vecchia squadra o società, quanto più un premio per chi con rinnovato entusiasmo, inizia a seguirti”.
Notoriamente vincere è l’unica cosa che conta, ma oggi cosa significava?
“Oggi significava ricominciare a vincere dopo un mese e mezzo in cui ciò non avveniva.
Poi oggi l’incontro era delicato anche perché era una sfida a metà classifica: eravamo a pari punti e vincere significava staccarli almeno di 3 lunghezze”.
L’obiettivo rimane sempre confermarsi nella categoria anche per il prossimo anno?
“Il progetto della società è un progetto di medio – lungo termine.
Un progetto che parte dalla valorizzazione dei giovani.
Certo che per la stagione in corso, l’obiettivo è avere la matematica certezza di rigiocare la stessa categoria la prossima stagione il prima possibile”.
Oggi nel battere quella punizione ma più in generale quando giochi, ti ispiri a qualcuno?
“A 34 anni ormai è difficile trovare ispirazione in altri, ma 15 anni fa’ crescendo nel vivaio della Lazio, il mio mito era Pavel Nedved, per caratteristiche, per cattiveria agonistica e per personalità fuori dal campo.
Essere sotto la sua ala protettrice mentre io militavo nelle Giovanili e lui in Prima Squadra, è stato formativo e mi riempie di gioia”.
A chi dedichi il goal di oggi, Andrea?
“Lo dedico ai miei compagni.
Venire da una serie di buone prestazioni senza però portare a casa il risultato, è per certi versi frustrante.
Spero sia di buon auspicio e riporti fiducia nel nostro spogliatoio”.
Per chiudere Andrea se dovessi scegliere un fotogramma di oggi da conservare, quale sceglieresti?
“L’abbraccio dei ragazzi del Fregene.
Sia i più vecchi che i più giovani, che aldilà del risultato mi hanno salutato in segno di amicizia e riconoscenza.
Per me è un gesto importantissimo perché del risultato, della punizione lo scorso anno non se ne ricorderà nessuno, mentre io ricorderò il calore del loro abbraccio.
Essere d’esempio e portatore sano di buoni valori per me oggi è la cosa che più ha peso”.