PIPPI-MONTEROSI, PROVE DI VERTICE: “NON CI NASCONDIAMO, VOGLIAMO FARE UN BEL CAMPIONATO”

PIPPI-MONTEROSI, PROVE DI VERTICE: “NON CI NASCONDIAMO, VOGLIAMO FARE UN BEL CAMPIONATO”

Di Alessandro Bastianelli.

Le colline della Tuscia e l’aria del viterbese: è qui che si nasconde uno dei cacciatori più abili del dilettantismo nazionale.

A Monterosi, Renan Pippi ha trovato sapore di casa, nonostante l’alto Lazio sia climaticamente agli antipodi rispetto alla patria Rio Grande Do Sul.

Ma non c’è saudade che resista quando sei nelle migliori condizioni per lavorare. E se il tuo lavoro è fare gol, possibilmente per vincere campionati, ecco spiegato perché la società del presidente Luciano Capponi ha deciso di ripartire dall’intesa che Renan ha sviluppato con Orlando Fanasca anche per il nuovo campionato di Serie D.

Un campionato che potrebbe vedere fra le protagoniste proprio la formazione della piccola cittadina biancorossa, che si sta adeguando per ospitare le gare interne della prossima stagione sin da domenica.

Anche perché domenica la gara di cartello vedrà sfidarsi proprio il Monterosi con quel Rieti che, alla prima giornata, ne ha rifilati cinque al Trestina. A Monterosi sono carichi per l’esordio al Martoni, come si evince dalle parole che Pippi ha rilasciato alla nostra redazione.

Renan, la stagione è iniziata in medias res con due gare consecutive contro L’Aquila, fra Coppa e Campionato.

Avete ottenuto due pareggi, si poteva fare meglio?

È stato un inizio tosto, L’Aquila mi ha fatto una grande impressione, ha giocatori molto esperti.

Da parte nostra c’è rammarico soprattutto per la gara di Coppa Italia, nella quale avremmo meritato di più. In campionato abbiamo sofferto di più, ma era importante portare a casa un punto in un campo difficilissimo. Alla fine potevamo anche vincerla, le nostre occasioni le abbiamo avute.

Questo inizio ci ha comunque aiutato a calarci bene in questa nuova realtà, soprattutto per i più giovani.

Che campionato può fare il Monterosi?

Non ci nascondiamo e sappiamo di avere un organico attrezzato, ma mi sembra prematuro fare previsioni partendo da questa consapevolezza.

Noi ce la vogliamo giocare con tutti, non entreremo mai in campo per un pareggio ma sempre per vincere.

Anche perché questo è un campionato importante, ma molto equilibrato. L’Aquila, Albalonga e Rieti sono ottime squadre, ma non vedo una favorita in senso assoluto.

La nostra speranza è quella di fare un campionato di vertice.

Magari sorprendere come quel Guidonia del 2005-2006, di cui tu eri il bomber e con cui arrivasti quinto.

Eh, ma parli di una vita fa! Ne sono passati di anni, lì ero ancora un ragazzino (ride ndr).

Non ero l’unico, ricordo che quella era una squadra molto giovane, con calciatori che poi hanno fatto il professionismo.

Noi invece siamo un gruppo esperto sono arrivati giocatori che conoscono bene la categoria e partiamo da una buona base.

Sono felice che abbiamo fatto subito gruppo, siamo molto uniti fra noi e consapevoli del lavoro da fare.

Prossimo avversario il Rieti, squadra tatticamente eccellente ed altresì dotata di un attacco fortissimo.

Come si affronta il big match?

Mi aspetto una gara dura, combattuta, sarà partita vera nonostante siamo ancora a inizio Settembre.

Credo che l’intensità sarà il fattore fondamentale. Loro hanno una squadra molto fisica, forte soprattutto nel reparto arretrato. Dovremo metterci quel pizzico di cattiveria in più che negli scontri diretti è decisiva.

Al tuo fianco ci sarà ancora Orlando Fanasca, come spesso è successo negli ultimi anni.

Il vostro è un rapporto che va al di là del campo?

Sicuramente, sono tanti anni che giochiamo insieme ed abbiamo avuto modo di conoscerci anche fuori dal rettangolo di gioco.

È uno degli attaccanti con cui mi integro meglio. Fuori dal campo talvolta usciamo insieme con le nostre famiglie, c’è una grossa amicizia fra noi, è un bravo ragazzo.

Chissà, magari è anche per questo che ci troviamo così bene in campo.

Giochi in Italia, fra C e D, da più di dieci anni.

Mai provato un po’ di saudade, di nostalgia?

Eh ogni tanto si, questa era una domanda facile (ride ndr).

Vivere lontano da casa non è facile, ma dopo tanti anni ci fai l’abitudine. Poi ho avuto spesso la fortuna di giocare nel centro Italia, in posti bellissimi e tranquilli, questo mi ha aiutato a integrarmi.

In fondo poi, io vengo da una regione del Brasile molto “europea”: Rio Grande Do Sul ha tanti italiani e tedeschi, il cambio di abitudini è stato morbido.

Io partivo da una buona base, ho i nonni italiani.

Ormai sono… come si dice? Naturalizzato? (ride ndr).

Chiudiamo con una promessa per la nuova stagione.

Promesse è sempre difficile farne, però posso assicurare che da parte mia non mancherà l’impegno per portare il più in alto possibile questa squadra ed il suo splendido paese.