PROMOZIONE, LA STORIA INFINITA DI BOMBER ANTONELLI FA TAPPA NELLA SUA MONTESPACCATO

PROMOZIONE, LA STORIA INFINITA DI BOMBER ANTONELLI FA TAPPA NELLA SUA MONTESPACCATO

Stefano Antonelli (INTERVISTATO IN ESCLUSIVA DALLA NOSTRA REDAZIONE),  39enne centravanti neoacquisto del Montespaccato già andato in gol domenica scorsa contro la Boreale, racconta l’avvio della sua prima stagione in Promozione, nella squadra dove ha già giocato 19 anni fa. Scendendo di categoria, una sola meta in testa: continuare a segnare a raffica come fa da due decadi, per regalarsi e regalare alla gente del suo quartiere natio la promozione in Eccellenza.

Stefano Antonelli, 40 anni da compiere domenica prossima, una domenica come sempre di campionato, eppure lei quest’anno gioca in Promozione, torneo dove mai aveva messo piede fino ad oggi…

ANTONELLI

Vero, verissimo. Sembra un paradosso dato che gioco a calcio da vent’anni ma per fortuna sempre tra Eccellenza e Serie D, non ho mai sentito il bisogno nè sono stato mai obbligato a giocare in Promozione grazie alla buona qualità delle mie annate. Ho fatto sempre tra i 19 ed i 23 gol a campionato e questo mi ha permesso di poter scegliere anche di restare in una aurea dimensione dilettantistica, quella in cui mi diverto di più e rendo maggiormente, senza l’assillo del professionismo.

Hai firmato per il Montespaccato alla vigilia della prima di campionato e sei andato in gol domenica scorsa contro la Boreale, per non perdere mai il vizio, a che quota gol sei attualmente?

331 reti in tutte le competizioni, tengo meticolosamente il conto (come un altro bomber bulimico del gol, l’ex rossonero Filippo Inzaghi) e lo aggiorno di anno in anno, ricordo bene tutte le annate, belle e meno belle. Il Montespaccato per mano del Presidente Gambacurta e del suo entourage era due anni che mi tampinava, perchè oltre che essere romano e romanista io sono proprio “del posto”, nato e cresciuto a Montespaccato e dintorni, tuttora abito con la mia famiglia a 2 chilometri dal nostro impianto sportivo di Via Stefano Vaj, e ho sempre pensato che al termine della mia carriera vestire questa maglia al momento giusto mi avrebbe fatto tremendamente piacere e alla fine ho ceduto più che volentieri. D’altronde noi tutti abbiamo un intento dichiarato, salire subito in Eccellenza, o direttamente o tramite i play-off promozione,  la squadra, che sto tuttora conoscendo, è buona e ha subito reso bene: siamo a punteggio pieno.

Oltre ai gol, contano soprattutto i campionati vinti, quanti?

A 40 anni hai potuto vivere di solo calcio giocato o l’hai abbinato ad un altro lavoro?

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Grazie a Dio sì, ho sempre cercato di giocare e comportarmi da “professionista nei dilettanti” e facendo sempre bene e condendo il tutto con gol e promozioni, sono stato pagato più che bene nel corso degli anni, quando a  mio modo di vedere in Eccellenza e Serie D giravano davvero ancora molti soldi, certo più di ora, forse anche troppi. Ma appunto per questo ho cercato di meritare sempre tutto sul campo e la ricetta è sempre la stessa di dieci o vent’anni fa, quella di uno sportivo a tutto tondo: tanta motivazione, tanta personalità e voglia di stupirsi giorno per giorno e la capacità di allenarsi sempre bene facendo una vita equilibrata durante la settimana.

Hai giocato dentro e fuori dal lazio ad esempio a Cassino, Anzio, Grosseto e vinto l’ultimo campionato giocato in Eccellenza con la Monterotondo Lupa, dove sei rimasto maggiormente coinvolto emotivamente?

Tutti sanno che tuttora ho un rapporto stretto e verace con Anzio, l’Anziolavinio, la sua dirigenza ed i suoi splendidi tifosi, dove ho passato 6 anni magnifici, con grandi promozioni fino alla serie D e all’Anziolavinio, quando venimmo promossi in D con mister Claudio Solimina e io realizzai il mio massimo “score” in carriera: 29 reti in campionato.

Non riusciamo a credere che a te non sia mai davvero capitata la possibilità di giocare nel professionismo…

A volte l’ho avuta, anche molto concretamente. Ricordo che a 16 anni, dopo le primissime annate brillanti sempre vicino casa al Casalotti, dove ho iniziato ed all’Aurelio-Montespaccato, che poi sarebbe l’attuale Montespaccato, l’Empoli e altre professioniste mi volevano fortemente tanto e vero che ad Empoli feci anche una ottima settimana di provini ma come spesso raccontano in tanti, chiesero per quei tempi una barca di soldi per il mio cartellino e non se ne fece nulla, poi partii per il militare a 18 anni e non ho più pensato al professionismo, tranne una volta quando il Latina mi offrì di giocare il campionato di serie C1, ma a  quel punto, a 22-23 anni avevo già trovato la mia dimensione qua e sono fiero di aver agito da professionista nel calcio dei dilettanti.

Raccontaci e racconta a chi non conosce bene la realtà della vostra squadra che tipo di team siete…

Il nostro tecnico è un grandissimo ex centrocampista capace di vincere il titolo nazionale juniores col Fidene, Andrea Di Giovanni, che avendo 42-43 anni, ora non ricordo precisamente, coinvolge me e gli altri più “anziani” come il difensore ex Fiumicino Ferrari e Avanzi nella guida della squadra che come spesso accade, nonostante si punti alla Promozione per tanti motivi ha un ossatura giovane. Vedo molto bene il nostro centrocampista Lanzi, uno che è qua da tempo ed è un punto di riferimento per noi tutti, visto che viene da anni prestigiosi nel settore giovanile del Tor di Quinto e conosco personalmente la nostra giovane ala Pennazzi, ex Casalotti, che è stato mio compagno di squadra per metà stagione quando io ero nelle fila del Bassano Romano, e poi ci sono i due fratelli Di Giovanni, Luca e Daniele, i figli del nostro mister. Come vedete, mix perfetto, si spera, tra giovani, meno giovani e tutto come una grande famiglia, perchè questa gente, Montespaccato meritano l’Eccellenza. Io conto di mettere il mio solito mattone di 15-20 gol stagionali e poi si vedrà. Montespaccato è una borgata ma conta 70.000 abitanti e so per certo che è sempre un problema per gli avversari giocare qua, dato che dovunque io giocassi, però mi interessavo sempre ai risultati del Montespaccato.

Sembra di ascoltare le parole del salentino Fabrizio Miccoli, che dopo una carriera da giramondo ora gioca nella sua Lecce in Prima Divisione, nonostante tu abbia visto due decadi di calcio ti diverti ancora?

ANTONELLI

Sembra una domanda retorica ma so che c’è chi lo fa ancora per soldi e basta soprattutto se si tratta di scendere di categoria, eppure posso garantire, e spero che la mia storia parlerà per me anche in futuro, che solo per il Montespaccato accetterei senza tentennamenti di disputare un campionato di Promozione. Perchè anche se sono qua da poco, il fattore emotivo è stato più forte di tutto ed è un piacere lottare per questi colori. Vedo una società in ascesa, attenta, organizzata, che deteste l’essere approssimativi, ci sono grandi dirigenti. E poi abito a 2 chilometri dal campo di allenamento di Via Stefano Vaj – tra l’altro un impianto rifatto in modo fantastico – e avendo una famiglia e una bambina di otto mesi, anche il fattore logistico dopo un immenso girovagare per l’Italia, ha il suo peso importante.

Cambiano squadre, presidenti, stili di gioco, ma nel tempo chi è stato il modello di attaccante per bomber Antonelli?

Vi ripeto, da romanista, avevo occhi solo per il tedesco Rudi Voeller, che forse non ha raccolto in giallorosso quanto meritava, ma nelle sue movenze ho sempre cercato di trovare qualcosa che potesse avvicinarci: la sua forza fisica, la sua scaltrezza, la sua sveltezza e credo anche la sua costanza di rendimento e la sua pacatezza fuori dal campo, erano il vero modello per me. In generale oggi, al di là di Cristiano Ronaldo, apprezzo tantissimo Radamel Falcao del Monaco, uno che con mezzo metro ti “fredda” e va in gol. In generale stimo chi ogni domenica o quasi entra nel tabellino dei marcatori, mi piacciono quelli concreti e decisivi.

Esempio, chioccia ma anche monito di professionalità per i giovani calciatori. Che rapporto hai con loro?

Adesso i giovani, sarà banale, ma si prendono troppe confidenze con i più “anziani” in squadra, e la prima regola del calcio di allora, e che cerco di spiegare anche ai giovani in squadra con me oggi, è che nello spogliatoio, anche se hai vinto tanto e segnato ancor di più, io cerco di entrare in punta di piedi e farmi rispettare e amare per quello che sono e fornisco come contributo in campo. Non ho mai fatto atti di “nonnismo” nello spogliatoio, eppure sono tuttora cercato e amato da più parti, e questo a quasi 40 anni è qualcosa di impareggiabile.

Da neo arrivato in Promozione, chi ti intriga di più tra gli avversari del vostro girone, il gruppo B?

Come accennato, anche se ho vinto e segnato l’ho fatto in Eccellenza e Serie D quindi per me è davvero tutto nuovo in Promozione, però chi gioca a queste latitudini da anni quest’anno parla molto molto bene di Valle del Tevere e dell’Acquapendente. Personalmente mi spiace che ci abbiano privato della grande gioia di affrontare il Casalotti nel Derby che credo sarebbe stata una festa di pubblico e di calcio giocato per tutto questo quadrante della città davvero molto acceso e passionale, purtroppo il Casalotti sta in Promozione, ma nel girone A.

Anche il vostro settore giovanile si sta togliendo diversi sfizi, in particolar modo con la Juniores Elite di mister Ciambella, che pronti, via, ha battuto il Tor di Quinto da matricola ed è a punteggio pieno…

Anche questo lo sapevo, e se continuano così non vedo sul serio l’ora di fermarmi un sabato al campo quando giocheranno in casa per vedere di che pasta sono fatti perchè da più parti parlano del gruppo Juniores come di un gran bel collettivo che è tosto e rende difficile la vita a tutti. Ho visto anche qualche ragazzo “scendere” ad allenarsi da noi dalla Juniores in Promozione ma davvero per ora è prematuro fare nomi, fanno un po’ a turno e devo ammettere che se ho difficoltà a ricordare tutto dei compagni della prima squadra, visto che praticamente sono arrivato neppure un mese fa, figuratevi se sono preparato sulla Juniores, mi farò una cultura anche sul nostro settore giovanile (dice ridendo n.d.r.). Tuttavia questo è un bene perchè più squadre vincono e giocano bene e più il nostro campo sarà pieno e festante per più giorni a settimana, e allora già mezzo trofeo ce lo saremo messi in tasca!

Grazie al bomber Antonelli, ti auguriamo un’annata ricca di reti e soddisfazioni…

Grazie a te per l’intervista e un in bocca al lupo al Montespaccato e alla vostra redazione in vista di una stagione che speriamo florida sotto ogni punto di vista!