Rizzaro si coccola il suo Anzio: “Siamo giovani, ma forti. Rughetti? È fra i migliori”

Rizzaro si coccola il suo Anzio: “Siamo giovani, ma forti. Rughetti? È fra i migliori”
Simone Rizzaro (foto Matteo Ferri / Anzio Calcio)
Simone Rizzaro (foto Matteo Ferri / Anzio Calcio)

Di Alessandro Bastianelli.

Vincere un derby ha sempre un sapore particolare, farlo nella tana dei rivali e con la tua firma sull’incontro quasi non ha prezzo.

Non avrà segnato, visto il ruolo ricoperto, ma Simone Rizzaro è stato fra i protagonisti della seconda vittoria esterna dell’Anzio ad Aprilia. Il suo Anzio, quello di cui è capitano ed anche simbolo di una sana gestione familiare.

Non è stata una vittoria facile, ottenuta oltretutto in rimonta, come ci spiega il ventottenne portiere portodanzese, contattato telefonicamente:

«Fra noi ed Aprilia ci sono circa 15 kilometri di distanza, normale che sentissimo la partita.

Forse a causa di questo siamo partiti sottotono, volevamo studiare l’avversario ma siamo finiti per farci schiacciare nei primi 20′: è lì che ho fatto un paio di parate importanti, ma una era per anche per i fotografi (sorride ndr).

Ad inizio ripresa – prosegue Rizzaroc’è stato un blackout ed abbiamo concesso loro il gol, ma nel finale siamo stati bravissimi a rimontare e vincere.

Mister Rughetti è stato molto intelligente, i suoi cambi e le sue indicazioni sono state decisive».

Con l’allenatore il feeling è già alto, rileva Rizzaro:

«Piano piano stiamo crescendo, la squadra è molto attenta alle idee del mister e le condivide: a lui piace farci giocare dal basso, ama la costruzione del gioco e non vuole che sprechiamo palla o che concediamo il possesso agli avversari.

E’ uno dei migliori allenatori che abbia avuto, e con i giovani sa lavorare davvero bene. Credo che quest’anno possiamo fare davvero bene, tolte le prime sei il campionato è molto equilibrato e noi disponiamo di valori importanti».

La rosa dell’Anzio, d’altronde, di giovani ed under ne ha in abbondanza.

Rizzaro, da capitano ed uomo di lungo corso nello spogliatoio, sente di avere una responsabilità particolare nei loro confronti:

«Io mi sento importante come tutti gli altri grandi, siamo noi a dover  guidare il gruppo nelle varie situazioni che si susseguono in una stagione.

Io forse sono quello un po’ più riflessivo, credo sia il ruolo che ricopro a darmi questa tranquillità: cerco di stemperare gli animi e di tranquillizzare la squadra nei momenti meno facili.

Cerco di rivolgermi sopratutto ai giovani, che in questa categoria non sono importanti, ma fondamentali».

Fondamentali perché il regolamento ne impone l’utilizzo di un numero pari a quattro.

Naturale che la conversazione tocchi anche questo punto, la regola degli under. Una norma che riguarda direttamente Rizzaro, visto l’alto numero di giovani di lega (ben 14 ndr) schierati dalle varie squadre del Girone G fra i pali.

Rizzaro ne fa un’analisi attenta:

«La regola non è da buttare via, ha sia dei pro che dei contro.

Penso che senza la regola degli under, io stesso non avrei avuto tutte le possibilità che ho avuto di giocare diversi anni fa. Sono stato anche fortunato perché io ho vinto un campionato nell’ultimo anno di under, questo mi ha aiutato moltissimo.

Ma oggi i tempi sono cambiati, e le squadre dilettanti devono per forza di cose investire sui giovani, anche per motivi di bilancio: nessuno fa più squadre con 20 “vecchi”.

Detto questo – prosegue Rizzarocredo che andrebbe riformulata: oggi quattro under sono troppi e si rischia soltanto di trascurare alcuni ruoli, dove vengono impiegati i giovani, rispetto ad altri».

In modo tale, immaginiamo, che ci possa essere almeno un’alternanza fra giovani e vecchi nei ruoli come il portiere, dove gli under abbondano.

Un po’ come era, qualche anno fa, la situazione ad Anzio fra Rizzaro e Papagna, numero uno fra i più bravi apparsi negli ultimi venti anni nel Lazio, e che oggi lavora nello staff tecnico portodanzese.

«David è stato un punto di forza per me – risponde Rizzaro, sollecitato sull’argomento.

Cerco sempre di rifarmi a lui, sia nel gioco che all’interno dello spogliatoio: anche lui sentiva di avere un ruolo particolare nei confronti dei giovani, era calmo, riflessivo, ti dava tranquillità non solo per le sue parate.

Con lui c’è una bella amicizia e ci confrontiamo spesso».

Magari anche su cosa fare “da grandi”: anche se l’età di pensionamento per Rizzaro è ancora molto lontana, lui ha già le idee ben chiare:

«Il mio sogno è quello di essere sostituito da un ragazzo che ho allenato io.

Proseguirò qui ad Anzio nella nostra scuola calcio, dove già adesso collaboro come preparatore dei portieri dei più piccoli.

Noi ad Anzio siamo una famiglia, un gruppo di amici che resta unito nonostante il passare del tempo.

Lavorare con i ragazzi ti forma come persona, abbiamo affidato gruppi di scuola calcio anche a nostri giocatori, Ferrari ne tiene uno e lo scorso anno allenava anche Pucino.

Quando smetterò, vorrò affiancare Mario Guida nella gestione del nostro settore giovanile».

 

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