DIRIX RELOADED #27 – INFEDELI ALLA LINEA

DIRIX RELOADED #27 – INFEDELI ALLA LINEA

Che la stagione 2013/14 non sarebbe stata semplice da decriptare lo si era compreso fin da quando era stata concepita.

La contestuale presenza nel Girone A di Viterbese Castrense e Rieti pareva un invito a nozze ai polemisti e le rispettive dirigenze hanno chiarito fin dall’adolescenza, che dico dall’infanzia, del campionato che l’intendimento era quello di sbaragliare la concorrenza per il semplice effetto del nome che portavano.

Errore.

Quello di Eccellenza è un torneo particolare, come i più savi ed attentampati sanno bene.

Presumere di poter chiudere i giochi prima ancora di essersi seduti al tavolo è da inconsapevoli, se non da arroganti.

I gialloblu sembrano aver placato quegli istinti quasi belluini che li avevano portati ad inizio stagione a silurare un tecnico come Solimina dopo la miseria di sedici punti in sei partite e a condurlo per mano verso le dimissioni dopo avergli gettato sulle spalle una tonnellata di pressioni fino all’amara domenica grifonesca.

Adesso Gregori, che pure aveva visto le streghe poche settimane fa in un bislacco mercoledì a Fregene, pare saldo sulla sua panchina.

L’ex romanista accoglie serafico gli elogi che gli vengono recapitati dalla famiglia Camilli e si fa forte di un margine di sei punti che, a sette giornate dal triplice fischio definitivo, pare risolutore.

La vittoria di ieri sul Real Monterosi può rappresentare l’allungo decisivo, a patto che adesso si instauri massima convergenza tra le parti.

Il traguardo è lì, ad un passo, quindi sangue freddo e calma ad oltranza.

Bando alle polemiche e voce solo al talento di una squadra che in questa coda di torneo deve dimostrare di essere diventata pienamente tale.

La riprova domenica prossima, quando si ritroverà ad affrontare il suo peggior fantasma, quell’Empolitana Giovenzano che meno di due mesi fa riportò sul pianeta Terra gente che credeva di poter vincere una finale solo per grazia divina ed ipotetica somma algebrica delle forze in campo.

Grave errore.

Solo la Viterbese Castrense ormai può perdere questo campionato, perchè il Rieti si è più volte reciso le vene da solo, quando avrebbe potuto infliggere il colpo di grazia ai rivali.

La sconfitta di Villanova ha segnato la fine del breve interregno-Gasparri, uomo degnissimo ed ex calciatore di buon rango, ma anche tecnico alle prime esperienze e catapultato in un universo caotico per l’intercessione di volontà extrasabine.

Torna Punzi.

Il detestato, l’inadatto Punzi.

Lui che era stato sbrigativamente accantonato come un abito dismesso, nonostante vantasse una media superiore ai due punti.

Lui che in silenzio negli ultimi cinquanta giorni aveva visto versare stille di fiele sul suo operato ora è stato richiamato per salvare il salvabile.

L’inadatto, il fuori luogo Punzi dovrà sedere al capezzale di una squadra in evidente crisi e con obiettivi prossimi all’essere ridimesionati.

Adesso bisogna conservare prima ancora che attaccare.

Quella del secondo arrivato è la medaglia che più realisticamente il Rieti può ancora appuntarsi sulla giacca, rinunciando alle mostrine che, usando atteggiamenti meno marziali, forse adesso potevano brillare sulla sgualcita casacca amarantoceleste.

Senno di poi e dissennatezza del prima.

Solo tre punti, questo è il margine che deve ora difendere il Rieti.

Altri tre punti è invece ciò che reclama la Nuova Sorianese.

Scarfini ha perso solo lo scontro diretto con i sabini finora e la differenza sta tutta in quel recente pomeriggio allo Scopigno.

I cimini ora hanno la sontuosa occasione di piazzare la zampata decisiva in queste ultime sette giornate, a patto che si verifichino tre condizioni.

La prima è che il Rieti fatichi a rialzare la testa anche dopo il ritorno di Punzi.

La seconda è che Iacomini e compagni si affranchino in via definitiva dalla logica del pareggio (i dieci no contest raccolti finora pesano come un macigno).

La terza è che il pubblico rossoblu torni a gremire come ai bei tempi la tribuna del Comunale, perchè di questo adesso hanno bisogno giocatori ed allenatore.

Sostegno e coinvolgimento darebbero un impulso determinante alla causa in vista del rush finale.

Una speranziella la concediamo anche al Villanova, anche se i sei punti che costituiscono la distanza tra la seconda forza del campionato ed i tiburtini con la Nuova Sorianese tra le due potrebbero risultare eccessivi.

Di Loreto ed i suoi giocatori lo hanno comunque già vinto il proprio torneo, perchè sono i primi di un campionato a dimensione umana (visti gli investimenti di chi li precede) e tra i pochissimi insieme al Ladispoli che non a caso li insegue a poter pronunciare senza rossore la parole “Progetto“.

Negli anni abbiamo seguito con attenzione il lavoro di Massimo Armeni e del suo staff.

Sapevamo delle difficoltà incontrate nel travaso da Mentana (e Jenne) a Villanova e della desertificazione delle risorse trovate al Ferraris.

Con il sudore della fronte ed il coraggio delle idee lì hanno messo su qualcosa di bello e significativo per tutto l’hinterland.

Io ritengo plausibile che il prossimo anno, con alcuni accorgimenti, il Villanova possa provare ad alzare l’asticella degli obiettivi.

Tornando alla classifica, il successo di ieri sul Grifone Monteverde ha definitivamente estromesso dai giochi-salvezza il Civitavecchia di Castagnari che, tra mille problematiche, ha condotto il suo cammino, sperando che il futuro sia più roseo e meno spinoso.

Dovranno invece penare ancora per naufragare dolcemente nel Mare della Tranquillità Montecelio e Futbolclub, ieri entrambe sconfitte ma comunque prossime al traguardo.

La zona calda vive di strappi, come quello che sta dando l’Empolitana di Amici, data per moribonda solo due settimane fa ed ora ossigenata dagli ultimi successi.

La crescente condizione di Cesaro e Scerrati può essere determinante per una squadra che non può appigliarsi solo ad un eventuale ripescaggio, ma deve quantomeno centra i play out.

D’altronde, quella fetta di classifica è aperta ad ogni scenario ed ogni lunedi possiamo commentare tutto ed il contrario di tutto, vedi il ritorno al successo del Fonte Nuova che con Antognetti ha conosciuto il suo quarto allenatore stagionale ed in Moretti ha trovato uno capace di farla filare come un treno, senza chiedere un rimborso da super manager.

Oppure vedi il successo di un Fregene che prova con tutte le sue forze ad evitare code al proprio campionato dopo essere partito da una situazione quasi compromessa.

La classifica la chiudono le due facce di Monterotondo che domenica daranno vita ad un tranquillo derby di paura.

Il Girone B sta per chiudere i giochi, ove mai li avessi aperti, per la corsa al titolo.

La corsa a perdifiato della Lupa Castelli Romani, una galoppata entusiasmante quanto paradossalmente noiosa vista la manifesta superiorità della squadra di Gagliarducci potrebbe giungere a compimento già domenica prossima, se l’incastro dei risultati sarà favorevole ai frascatani.

Ventitre successi, quattro pareggi, attacco più prolifico e difesa più ermetica di entrambi i gironi, miglior realizzatore del campionato (Pippi, ieri giunto a quota 21), unica squadra italiana insieme a Campobasso e Ponsacco a non aver mai conosciuto l’onta della sconfitta.

Al cronista quasi dispiace che tutto questo avrà presto una fine, perchè qui si è fatta una robusta porzione di storia dell’Eccellenza laziale.

Alla fine che comunque arriverà a breve tutti dovremo comporre il picchetto d’onore e battere le mani a chi ha reso possibile tutto ciò, dal club ai calciatori.

Dedicheremo il giusto tributo a Mancini e compagni quando scoppieranno i festeggiamenti.

Per ora bisogna parlare di chi è ancora sulla graticola.

Penso a Colleferro ed Albalonga, in lizza per i play-off, ed a quel manipolo di squadre che ancora debbono ottenere serenità dalle rispettive classifiche.

Procediamo con ordine, se così possiamo dire, approcciandoci al capitolo-Colleferro.

Solo sette giorni fa, l’estensore di questa modesta rubrica (che, giova ricordare a chi di dovere, è iscritto già da qualche anno all’Ordine dei Giornalisti) paventava temporali sul Caslini ed invocava calma ed equanimità di giudizio da parte di chi del Colleferro è proprietario.

Privarsi della professionalità e della conoscenza degli umori rossoneri di uno come Enrico Baiocco all’indomani del grigio derby di Carpineto Romano sarebbe stato improvvido, scrivevamo.

Purtroppo il nostro consiglio non è stato recepito da chi, invece, ha preferito ammainare la bandiera, issando sul pennone le colpe dei calciatori e non quelle del proprio ego.

Una mossa vincente, come peraltro dimostrato dal confronto con la Vis Artena del serial killer Valentino.

Se ora il Colleferro non è già scivolato al terzo posto, ma ha patito “solo” l’aggancio da parte dell’Albalonga, lo deve unicamente alla bella prestazione di un Gaeta che al Pio XII ha finalmente sfoderato quel cuore e quella dedizione alla causa che troppo spesso sono venute meno durante la stagione e che debbono essere replicati pedissequamente, quasi alla noia, fino al prossimo undici maggio per evitare quei play out che sarebbero un’offesa alla storia ed alla tradizione del club e getterebbero un’ombra di cupa malinconia a margine di una stagione comunque assai deludente.

Tornando alle due squadre che rivaleggiano per la piazza d’onore, un calendario irriverente le mette di fronte a svolte singolari, giacchè entrambe potrebbero concorrere a far esultare la Lupa già dalla prossima domenica.

Questo a patto che la supercapolista salti anche l’ostacolo Albalonga e contemporaneamente il Colleferro non ottenga più di un punto dalla trasferta in terra sud pontina.

Tra le due è innegabile che l’inerzia del campionato sia dalla parte dell’Albalonga.

Nel vergare queste parole ci scusiamo con Petrelli che era e resta uno dei migliori tra i tecnici laziali, ma l’ex tecnico del Civitavecchia dovrà compiere un mezzo miracolo all’interno di un clima non felicissimo, come ampiamente dimostrato dai comunicati dello spogliatoio e dagli striscioni pro-Baiocco che ieri campeggiavano in via Berni.

Come nel Girone A, pure nel raggruppamento centro-meridionale la coda della classifica è magmatica ed in divenire.

La situazione più compromessa appare oggettivamente quella del Cecchina di Alfredo Conte che ora paga un disavanzo di sette punti rispetto al terzultimo posto e la sconfitta con il Ceccano di ieri potrebbe aver scritto la parola fine sulle speranze di salvezza del club romano.

Decisivo da questo punto di vista sarà il drammatico confronto diretto con un Formia che dal giro di boa ha ottenuto soltanto due punti e che è alle prese con la dura contestazione dei suoi tifosi nei confronti del presidente Scipione.

Le vittorie di ieri del Monte San Giovanni Campano ai danni dell’ormai pago Roccasecca e del Pro Cisterna su un Semprevisa forse ancora alle prese con le ebbrezze post-derby hanno nuovamente agitato le onde della bassa classifica, dove il prossimo turno ospiterà tra gli altri un match utile ad intravedere soluzioni possibili, come Semprevisa-Morolo.

I ciociari ci arrivano in gran forma e galvanizzati dall’aver raccolto sette punti nell’ultima settimana, mentre i biancoverdi debbono cercare di mantenere a debita distanza quelle sabbie mobili da cui si sono tratti fuori con bravura e costanza negli ultimi tre mesi.

Alla fine del campionato mancano sette partite.

Fanno ventuno punti potenziali.

Dicono che l’anima di un uomo pesi ventun grammi.

Quella di qualcuno potrebbe invece sfiorare il quintale, di questo passo.

In casi come questo l’esperto consiglia moderazione nell’eloquio e, soprattutto, rispetto per chi formula un giudizio diverso, esprimendo unicamente il proprio civile diritto/dovere di critica.