VISTI DA VICINO: N’DAH E FEDERICO, CAPITANI E REGISTI DI TOR DI QUINTO – TOR TRE TESTE

VISTI DA VICINO: N’DAH E FEDERICO, CAPITANI E REGISTI DI TOR DI QUINTO – TOR TRE TESTE

Di Alessandro Bastianelli e Simone Capone.

E’ la settimana giusta per proporvi una nuova rubrica, amici lettori di Sportinoro. “Visti da vicino” vuole essere un focus sui protagonisti, sui migliori giocatori del campionato Juniores Elite, sulle fantasie, sulle idee e sui progetti più disparati che gli attori principali del campionato nascondono fra i loro segreti.

Sabato si giocherà il classico della categoria, quel Tor di Quinto – Tor Tre Teste che è sempre stato uno step fondamentale nella corsa all’alloro Juniores. Due ambienti blasonati, intrisi di cultura del lavoro, che tanti ragazzi hanno dato al professionismo ed al dilettantismo regionale, Tor di Quinto e Tor Tre Teste sono modi diversi di intendere il settore giovanile, certamente agli antipodi ma così profondamente uniti nella loro autenticità. Dodici titoli regionali in campo, quattro nazionali negli ultimi dieci anni, numeri da record in Italia per il settore giovanile.

Nove punti dividono il cammino delle due formazioni, con la Tor Tre Teste che, vincendo sabato, chiamerebbe la fuga in maniera definitiva nel girone A. Vergari maledice le sfortunate gare con Atletico Fidene e Ladispoli, mentre Fabi non ha ancora conosciuto, quest’anno, il significato della parola sconfitta.

Sabato Williams N’Dah e Roberto Federico avranno il compito di sostenere la manovra dell’incontro, con un occhio alla fase difensiva e ai dettami tattici necessari per una gara del genere. Centrocampisti completi, carismatici capitani e giovani bandiere, hanno vissuto questa gara tante volte nella loro carriera giovanile. Entrambi pronti al salto tra i grandi, hanno voluto raccontarci una sfida che, dopo tanti anni, potrebbe essere l’ultima a vederli a confronto con le due maglie rivali.

UOMO TOR DI QUINTO – Willy N’Dah, classe 1995, è quel che si può chiamare un archetipo del Tor di Quinto. Un trascorso importante nel settore giovanile rossoblu, poi la chiamata della Roma e la sfida degli Allievi Nazionali, dopo la quale Willy è tornato a difendere i colori di famiglia, forse per sempre.

N'Dah in azione contro il Pro Roma
N’Dah in azione contro il Pro Roma

Centrocampista dotato di gran fisico, discreta visione di gioco e i giri giusti sul suo piede destro, N’Dah può anche fregiarsi del 53° Torneo delle Regioni, vinto lo scorso anno con la Rappresentativa Juniores di Rossi. Un ragazzo umile e a cui sono bastate poche parole per trasmetterci la sua passione e la sua visione pura dello sport più bello del mondo.

– Willy, quella di sabato è una partita che conosci bene. Dal campo sembra davvero una partita diversa dalle altre?

Tor Di Quinto e Tor Tre Teste sono le squadre più forti a livello dilettantistico, non solo del Lazio ma, credo, anche d’Italia. Sono emerse tante altre realtà in questi anni, ma noi siamo le più rappresentative. C’è un grande rispetto reciproco, oltre alla rivalità, e vivere questa gara da protagonisti ti fa respirare un’aria particolare.

– Che tipo di gara ti aspetti? Un match deciso dagli episodi oppure credi che una delle due squadre riuscirà ad imporre il proprio gioco?

Sinceramente non lo so, posso parlare per noi e devo dire che siamo consapevoli della nostra forza. Abbiamo trovato la giusta fluidità nella manovra, riuscendo anche a capitalizzare al meglio le azioni grazie al nostro attacco, che è fortissimo. Ho fiducia nei miei compagni lì davanti, so che saranno pronti a buttarla in rete al momento decisivo.

– Con Vergari esprimete un gioco più offensivo e propositivo rispetto alla scorsa stagione. Qual è il tuo compito principale in campo e cosa ti chiede in particolare il mister?

Abbiamo giocatori molto tecnici come Penge, Di Girolamo, Nicolucci e Tomaselli che hanno l’istinto del gol nel sangue. Io mi occupo quasi esclusivamente della fase difensiva, mi piace fare da frangiflutti davanti alla difesa delegando a loro gli oneri del gol. Il mister mi dice soltanto di giocare come so fare, e nel sangue non ho certo il gol ma lo spirito di sacrificio, la voglia di dare tutto per il bene della squadra.

– Conosci o hai giocato personalmente con qualcuno della Tor Tre Teste? Chi temi di più fra loro?

Il Torneo delle Regioni l’ho vinto giocando con Lorusso e Gallo. Davide ha grande tecnica e velocità, e sotto porta è letale, mentre Gallo è uno dei migliori terzini che abbia mai visto. Li rispetto molto ma, come ho già accennato, non temiamo nessuno perchè vogliamo vincere e costruire qualcosa di importante quest’anno. Noi ci crediamo. Anche se loro andassero a + 12 noi continueremo a provarci anche per il primo posto, l’importante è arrivare alle finali tramite un percorso di crescita, cercando di non sbagliare più quelle gare che ci hanno distanziato tra loro. Vogliamo vincere per noi, per la rivalità e per il morale.

– Willy fuori dal campo che tipo è?

Sono abbastanza atipico come calciatore. Non seguo la Serie A, né il calcio in generale; certo, mi piace giocarlo, viverlo sulla pelle ma senza farmi assorbire da quel che non mi riguarda. Preferisco guardare il basket, l’NBA, spettacolo puro sia per tecnica che per il contorno di pubblico. Forse sono rimasto un po’ colpito dall’aver vissuto il calcio ai massimi livelli, per lo meno in ambito giovanile.

– Torniamo al tuo passato nella Roma, quindi. Hai qualche rimpianto per quell’esperienza con i giallorossi? Cosa non è andato?

Sinceramente non ho rimpianti, forse, semplicemente, non era l’ambiente adatto per me. Stare al Tor di Quinto vuole dire stare in famiglia, vivere il calcio come passione insieme a persone che per te sono come padri e fratelli. Nel professionismo tutto ciò svanisce, conta solo vincere e farlo in tutti i modi possibili. Alla Roma non trovavo quelle sensazioni che mi fanno stare bene qui al Tor di Quinto.

Niente di negativo, solo un modo diverso di vivere il calcio, che però non mi appartiene.

– Che tu potresti vivere, in futuro, anche da addetto ai lavori..

Si, faccio l’Università, mi sono iscritto a Scienze Motorie perchè adoro il corpo umano, studiarne i movimenti, capirne le dinamiche. Non escludo in futuro di poter lavorare anche fuori dal campo per la salute di chi gioca, spero di poterlo fare sempre al Tor di Quinto!

(Al.Ba.)

ROSSOBLU NEL SANGUE – Tecnica, grinta e coraggio: la Nuova Tor Tre Teste si specchia nelle caratteristiche del suo capitano, quel Roberto Federico che sta trascinando i rossoblu in vetta alla classifica del girone A. Tanta sostanza abbinata ad un destro preciso  per il numero 6 di via Candiani, leader del centrocampo e metronomo di Fabi con il vizio del gol (5 finora).

– Roberto, la N.Tor Tre Teste viaggia a vele spiegate e ancora non conosce la parola sconfitta. Qual’è il vostro segreto?

Non è un segreto, è semplicemente l’ impegno negli allenamenti e la forza di volontà.  Sappiamo delle nostre potenzialità e quindi giochiamo ogni partita per vincere.

– Merito sicuramente è anche di mister Fabi. Qual è il tuo rapporto con lui?

Con il mister ho un ottimo rapporto, non so se sarei rimasto qui senza di lui… insieme abbiamo già vinto il titolo regionale con gli Allievi, vogliamo bissarlo ripetendoci quest’ anno.

– Avendo affrontato tutte le squadre del vostro girone, qual è stata quella che vi ha messo più in difficoltà?

Ne dico due: il Grifone ed il Tor di Quinto.

– Visto che lo hai nominato tu arriviamo al dunque: sabato a via del Baiardo affronterete la squadra di Vergari…

Sarà la partita più dura dell’anno su un campo difficile, il Tor di Quinto è una delle favorite al titolo ed è attrezzato per vincerlo. Giocheremo come sempre per cercare di vincere ma sarà durissima.

– Chi toglieresti al Tor di Quinto per la sfida di sabato?

Il capitano, N’Dah, anche se è sempre un bene misurarsi con giocatori del suo calibro,  ti fanno crescere e ti preparano alle grandi sfide future.

– Un pronostico del capitano?

2 con handicap, finisce 0 – 4 per noi.

(Si.Ca)